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UN "MARE" DI EMOZIONI ..

09:10, Posted by ADVENTUREstudio, One Comment

Acciaroli non si svela al primo sguardo. Ci vuole pazienza, passione, tenacia. Come con una donna un pò ritrosa. I suoi muretti a secco, le sue case di pietra, la sua terra rossa nascondono vere meraviglie: cultura, tradizioni, storia, sapori, odori e sensazioni che pensavamo smarrite.Passeggiare senza fretta, perdendosi tra le spiagge o gli antichi vialetti, può riservare mille suggestioni. Scoprire la Torre Angioina, il suo antico porto, i fondali colorati, può essere stupefacente. Così come scorgere, da questa terra dura e idilliaca, un lembo incontaminato del mar Tirreno. Acciaroli saprà sorprendervi. Tra scorci poetici e piatti corroboranti, fiori gentili e il sapore aspro dell' olio, l'aroma originale del vino , la magia dei suoi tramonti, l'incanto del suo mare cristallino e la storia centenaria delle sue tradizioni.
*tratto da www.acciaroli.it

ACCIAROLI

03:41, Posted by ADVENTUREstudio, No Comment

Acciaroli é una meta preferita da velisti e visitatori da tutto il mondo a causa del suo porto centrale e la pittoresca piazza nel centro cittadino. Direttamente al porto potete godere della vista panoramica sul mare e del movimento intorno alle barche dai ristoranti, caffè e bar. Spiagge di sabbia lunghe chilometri su tutte e due i lati del posto invitano a fare il bagno e a lunghe passeggiate sulla spiaggia. Soprattutto nella bassa stagione é possibile trovare qui un posticino tranquillo. Acqua chiara e spiagge pulite sono il punto forte del posto, che piú volte é stato premiato per il suo lavoro ambientale. Nel 2001 Acciaroli é stata premiata, insieme ad altri due comuni, in qualitá di localitá balneare piú pulita d´Italia. Fra i vistatori piú importanti di Acciaroli c´é lo scrittore americano Ernest Hemingway. Il premio nobel per la letteratura visse alcune settimane ad Acciaroli, dove andava a mare insieme al pescatore Massarone. Questo pescatore aveva, nel posto, il soprannome “U Viecchiu” (Il Vecchio), per cui molti ricercatori sono dell´idea che Hemingway abbia preso il pescatore di Acciaroli quale modello della figura principale nel suo capolavoro “Il vecchio e il mare”. Sopra Acciaroli si trova il piccolo posto Canincchio, da dove, durante belle giornate, si puó vedere Capri. Il posto principale Pollica, che si trova fra le montagne, ospita un grande convento francescano.


Si trova sulla costa tirrenica (Costiera Cilentana), lungo la SS 267 del Cilento. Dista da Agropoli circa 30 km, 6 da Pollica, 7 da Agnone Cilento, 20 da Santa Maria di Castellabate, 17 da Velia e circa 70 da Salerno e circa 160 da Napoli. La stazione ferroviaria più vicina è ad Ascea, a circa 20 km.
Acciaroli conserva una chiesa del XII secolo, rimaneggiata in epoca successiva, dedicata alla Santissima Annunziata, un convento francescano del 1565 ed una torre di avvistamento normanna.
Per alcuni periodi del 1952, durante i suoi viaggi italiani, nella località soggiornò il premio Nobel Ernest Hemingway.
Il paese ottiene, da numerosi anni, per la qualità delle sue acque le "5 vele" di Legambiente ed la Bandiera Blu delle spiagge [1], insieme all'altra frazione pollichese: Pioppi. Ciò le ha dato una certa notorietà incrementando il flusso turistico estivo. La località si trova inoltre nell'ambito del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con la tipica macchia mediterranea.Vi sono ,inoltre, ristoranti specializzati in cucina tipica cilentana.
Lontana dalla ferrovia e da strade a scorrimento veloce, Acciaroli ha tuttavia un porto turistico che la collega con Salerno e con altre località costiere cilentane. Il paese è inoltre servito da un servizio di autobus di linea per Salerno e per Napoli e da un servizio di aliscafi chiamato "Metrò del Mare"
Il Metrò del Mare è una servizio marittimo, che, utilizzando soprattutto aliscafi, collega i maggiori porti delle coste campane. Il Metrò del Mare nacque nel 2000, solo per il periodo estivo, quando venne istituita la prima linea che collegava Bacoli con Sorrento, passando per importanto centri del golfo di Napoli quali Napoli, Torre del Greco e Castellammare di Stabia. Visto la fortunata esperienza e l'enorme successo che riscosse, l'anno seguente oltre alla prima linea, chiamata MM1, ne vennero istituite anche altre. Oggi si contano 6 linee (la 4, la 5 e la 6 hanno due percorsi), che collegano non solo i porti del golfo di Napoli, ma anche il golfo di Salerno e il Cilento, alcune delle quali sono fisse tutto l'anno. Il Consorzio che gestisce il Metrò del Mare è controllato da alcune società di navigazione campane e usufruisce di contributi della Regione Campania.
Nel 2003 il bando europeo di assegnazione del servizio Metrò del Mare è stato sottoposto a segnalazione da parte dell'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ( Antitrust )
Indice[nascondi]
1 Le Linee
1.1 MM1
1.2 MM2
1.3 MM3
1.4 MM4
1.5 MM4/B
1.6 MM5
1.7 MM5/W
1.8 MM6
1.9 MM6/W
2 Collegamenti esterni
PRENOTA LA TUA VACANZA:

"Bandiere Blu FEE" e "Vele Legambiente" cilentane 2007

03:38, Posted by ADVENTUREstudio, No Comment

La Costiera cilentana la fa da padrone in Campania con ben 10 località menzionate nella "guidablu" di Legambiente e ben 8 località che si fregiano della "Bandiera Blu FEE". Per quanto riguarda le "Vele" di Legambiente, lo scettro regionale con 5 vele, il massimo assoluto, spetta a Pollica-Acciaroli e Pioppi, località ormai rinomata all'interno del Parco del Cilento, che a livello nazionale si insedia al ridosso del podio. Seguono Positano e Sapri premiate con 4 vele. Sempre con 4 vele ma fuori dal podio Castellabate, Pisciotta ed Anacapri. Con tre vele troviamo Vico Equense, Cetara, Massa Lubrense, Palinuro, Ascea, Camerota, San Giovanni a Piro. Con due vele troviamo Praiano, Amalfi, Vietri sul Mare, Agropoli, Capaccio-Paestum, Procida, Sorrento, Capri. Con una sola vela Ischia.
Elenco delle località cilentane premiate con Bandiera Blu e/o Vele Legambiente per il 2007:
Pollica (con le frazioni Acciaroli e Pioppi): Bandiera Blu, 5 Vele
Sapri: Bandiera Blu, 4 Vele
Castellabate: Bandiera Blu, 4 Vele
Pisciotta: Bandiera Blu, 4 Vele
Centola (con la frazione Palinuro): Bandiera Blu, 3 Vele
Ascea: Bandiera Blu, 3 Vele
Agropoli: Bandiera Blu, 2 Vele
Montecorice-Agnone: Bandiera Blu
Marina di Camerota: Bandiera Blu per approdo turistico, 3 Vele
San Giovanni a Piro (con la frazione Scario): 3 Vele
Capaccio-Paestum: 2 Vele

COMUNI DEL CILENTO

03:28, Posted by ADVENTUREstudio, No Comment


Alfano, Agropoli, Aquara, Ascea, Auletta, Bellosguardo, Buonabitacolo, Camerota, Campora, Cannalonga, Capaccio-Paestum, Casalbuono, Casal Velino, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Castel San Lorenzo, Castelcivita, Castellabate, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale, Controne, Corleto Monforte, Cuccaro Vetere, Felitto, Futani, Gioi, Giungano, Laureana Cilento, Laurino, Laurito, Lustra, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montecorice, Monteforte Cilento, Monte San Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Morigerati, Novi Velia, Omignano, Orria, Ottati, Perdifumo, Perito, Petina, Piaggine, Pisciotta, Polla, Pollica, Postiglione, Roccadaspide, Roccagloriosa, Rofrano, Roscigno, Sacco, Salento, San Giovanni a Piro, San Mauro Cilento, San Mauro la Bruca, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Santa Marina, Sant'Angelo a Fasanella, Sant'Arsenio, Sanza, Sassano, Serramezzana, Sessa Cilento, Sicignano degli Alburni, Stella Cilento, Stio, Teggiano, Torre Orsaia, Tortorella, Trentinara, Vallo della Lucania, Valle dell'Angelo.Comuni [modifica]
Alfano, Agropoli, Aquara, Ascea, Auletta, Bellosguardo, Buonabitacolo, Camerota, Campora, Cannalonga, Capaccio-Paestum, Casalbuono, Casal Velino, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Castel San Lorenzo, Castelcivita, Castellabate, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale, Controne, Corleto Monforte, Cuccaro Vetere, Felitto, Futani, Gioi, Giungano, Laureana Cilento, Laurino, Laurito, Lustra, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montecorice, Monteforte Cilento, Monte San Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Morigerati, Novi Velia, Omignano, Orria, Ottati, Perdifumo, Perito, Petina, Piaggine, Pisciotta, Polla, Pollica, Postiglione, Roccadaspide, Roccagloriosa, Rofrano, Roscigno, Sacco, Salento, San Giovanni a Piro, San Mauro Cilento, San Mauro la Bruca, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Santa Marina, Sant'Angelo a Fasanella, Sant'Arsenio, Sanza, Sassano, Serramezzana, Sessa Cilento, Sicignano degli Alburni, Stella Cilento, Stio, Teggiano, Torre Orsaia, Tortorella, Trentinara, Vallo della Lucania, Valle dell'Angelo.
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DIALETTO CILENTANO

03:23, Posted by ADVENTUREstudio, One Comment

Il cilentano (celendano o cilindanu) è un dialetto parlato nell'area geografica del Cilento (che è situata in Campania, nella Provincia di Salerno), ed anche nel vicino Vallo di Diano.
Il cilentano è caratterizzato da numerose varietà dialettali che si diversificano a poca distanza tra loro, ma si deve soprattutto notare queste due grandi varianti:
Cilentano settentrionale (assai napoletanizzato)
Cilentano meridionale (di tipo siciliano)
Influenze linguistiche [modifica]
La maggiore influenza linguistica viene dalla lingua siciliana, fortemente riscontrabile nelle zone interne dell'area meridionale, che fanno del cilentano una sorta di dialetto del siculo ed un'isola linguistica, separata dalla Sicilia. Nelle zone con maggiore influenza siciliana si riscontra anche un uso quasi totale della "u" come lettera finale al posto della "o".
Altra grande influenza proviene dai dialetti lucani (dell'area potentina e vulturina) , sopratutto nella zona centro-settentrionale e lungo il Vallo di Diano, confinante con la Basilicata.
Pur trovandosi in provincia di Salerno, le influenze della lingua napoletana e del dialetto salernitano sono limitate alle zone "confinanti" settentrionali (come Agropoli, Paestum o Campagna), dove principalmente varia l'inflessione mentre la terminologia resta pressoché identica al resto del cilentano. Tra l'altro vi sono anche alcuni casi di "falsi amici" fra napoletano e cilentano.

Il dialetto è parlato in tutto il Cilento ed il Vallo di Diano, nell'area settentrionale volcentina ed alto-silentina (da Campagna in poi, ai confini con le province di Avellino e Potenza). Sono riscontrabili delle similitudini dialettali con alcuni comuni confinanti irpini (come ad esempio Senerchia o Calabritto) e potentini (come Balvano o Vietri di Potenza). Altre similitudini sono riscontrabili, sempre in provincia di Potenza, nell'area del Lagonegrese, come ad esempio a Lauria, Lagonegro, Maratea, Nemoli, Rivello e Trecchina.

Mini dizionario
Atto = Gatto
Carusa/o = Ragazza/o
Castieddu = Castello
Chicchinedda = Gallina
Ciliendo = Cilento
Frisculea = Rinfresca
Futtiri = Cadere
Ghiereta = Dita
Lao = Lago
N'guccià = Mangiare / Far sesso
Quira/o = Quella/o
Ròppo = Rompo
Sciarrarsi = Litigare
Vallu re Diano = Vallo di Diano
Zeca = Piccola
Zico = Piccolo
Unu = 1
Doje = 2
Tre = 3
Quatto = 4
Cingo = 5
Sej = 6
Setti = 7
Ottu = 8
Novi = 9
Ddeci = 10
'A Gliastra = Ogliastro Cilento
'A Padula = Padula
'A Pòlla = Polla
A'scìa = Ascea
Acciaruole = Acciaroli
Aruópule = Agropoli
Cammarota = Camerota
Caseddi = Caselle in Pittari
Castieddo = Castellabate
Chiaìne = Piaggine
Ciéndua = Centola
Li Ciédde = Celle di Bulgheria
Li Massiceddi = Massicelle
Marina re Cammarota = Marina di Camerota
Palinuru = Palinuro
Piesto = Paestum
Pirtusa = Pertosa
Pulecasto = Policastro Bussentino
Sala Cunzulina = Sala Consilina
Sanda Marìa = S.Maria di Castellabate
Sàpre = Sapri
'U Franu = Rofrano
'U Mojo = Moio della Civitella
'U Vallu = Vallo della Lucania
Vielia = Velia
Vuccino = Buccino

SITI ARCHEOLOGICI E LUOGHI DA VISITARE

03:19, Posted by ADVENTUREstudio, No Comment

Area archeologica di Marina di Camerota
Area archeologica Monte Pruno - Roscigno
Area archeologica di Paestum - Capaccio-Paestum
Area archeologica di Elea-Velia - Ascea
Luoghi turistici da visitare [modifica]

Paestum nel comune di Capaccio-Paestum
Castel San Lorenzo a 26 km da Paestum
Roscigno Vecchia nel comune di Roscigno
Grotte di Castelcivita nel comune di Castelcivita
Grotta dell'Angelo nel comune di Sant'Angelo a Fasanella
Certosa di Padula nel comune di Padula
Monte Cervati nel comune di Sanza
Cascate Capelli di Venere nel comune di Casaletto Spartano
Musei presenti [modifica]
Museo Vivo del Mare nel comune di Camerota
Museo della "Civiltà Contadina" nel comune di Roscigno
Antiquarium e Laboratorio di archeologia sugli scavi di Monte Pruno nel comune di Roscigno
Museo Naturalistico nel comune di Corleto Monforte
Museo Archeologico della Lucania Occidentale nel comune di Padula
Museo Archeologico Nazionale di Paestum nel comune di Capaccio-Paestum
Museo della Civiltà Contadina e dell'Artigianato Locale, presso la scuola media inferiore di Castel San Lorenzo
Accessi [modifica]
Il parco è facilmente raggiungibile dai maggiori comuni finitimi, Capaccio-Paestum o Sapri per il Cilento, Sala Consilina per il Vallo di Diano. Data la sua vastità, tuttavia, è preferibile accedervi da punti diversi, in funzione della meta prescelta. Inoltre, c'è carenza di strutture ricettive e di collegamenti infrastrutturali a lungo raggio, dunque non vi sono veri e propri punti di accesso al Parco.

PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DIANO: FAUNA E FLORA

03:06, Posted by ADVENTUREstudio, No Comment

Il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano è stato istituito nel 1991, corrispondendo a 36.000 ettari interamente compresi nella provincia di Salerno. Successivi ampliamenti ne hanno portato la superficie a circa 180.000. Corrisponde oggi alla parte meridionale della provincia, compresa tra la piana del Sele a Nord, la Basilicata a Est e a Sud, e il mar Tirreno ad Ovest. Comprende, in tutto o in parte, i territori di 8 Comunità Montane e 80 Comuni. Dal 1991 è Patrimonio dell'umanità dell'Unesco (con i templi di Paestum e la Certosa di Padula), e dal 1997 è Riserva della biosfera.











Fauna
Il vasto territorio del parco offre alle specie animali una grande pluralità di ambienti. Non deve dunque stupire la ricchezza e varietà degli esemplari presenti: le sole indagini sulle specie di interesse comunitario ne hanno individuate 63. Alcune di queste sono considerate di interesse prioritario: sono Osmoderma eremita e Rosalia alpina, invertebrati, e, tra i Vertebrati, Lupo. Più in generale, si hanno al 2003 circa 600 segnalazioni di specie.
Tra i Mammiferi le più interessanti sono il Molosso di Cestoni, il lupo e la Lontra, poi la Coturnice e la Lepre appenninica, il Savi, un piccolo roditore preda della Volpe e della Martora come l'Arvicola rossastra, o il Topo selvatico e il Topo dal collo giallo, o ancora come il Topo quercino. Queste sono anche le prede del Gatto selvatico, la cui presenza rappresenta un'altra emergenza naturalistica di grande interesse. Non raro è il Ghiro.
Oltre al Molosso di Cestoni, sono presenti numerose specie di pipistrelli, tra le quali Miniottero, Vespertilio maggiore, Vespertilio di Capaccini e Vespertilio di Blyth.
Tra l'avifauna sono diffusi i rapaci come l'Aquila reale, il Biancone, il Falco pellegrino, il Lanario, il Corvo imperiale, il Gufo reale. Di grande interesse è la presenza dell' Astore. Sempre tra i rapaci, Falco pecchiaiolo, Nibbio bruno, Nibbio reale. Tra gli uccelli in generale, comuni sono il Picchio nero, il Picchio muratore e il Ciuffolotto, la Tottavilla, il Succiacapre, il Calandro e l'Averla piccola, la Ghiandaia marina, la Balia dal collare, e nei pressi dei corsi d'acqua il Martin Pescatore, il Merlo acquaiolo e il Corriere piccolo. Infine, occorre segnalare un nucleo svernante del raro Gabbiano corso.
Tra i rettili sono presenti il Cervone, il Biacco, la Vipera e la Natrice. Nelle acque fredde vivono anche Anfibi come la rara Salamandrina dagli occhiali, endemismo italiano, e la più comune Salamandra, poi il Tritone italiano, l' Ululone dal ventre giallo, la Rana appenninica, la Rana agile, e il Rospo. Anche l'idrografia, del resto, è varia e complessa. Sono segnalati gran parte dei Ciprinidi di interesse comunitario, come il Barbo, non autoctono, l'Alburnus albidus e il Vairone, poi l'Odonato ed alla foce del Mingardo il Nono.
Infine, tra gli invertebrati Rosalia alpina, Oxygastra curtisii, Cucujus cinnaberinus, Osmoderma eremita.
La fauna del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è assai diversificata in virtù dell'ampia varietà di ambienti presenti sul territorio. Aree costiere e montane, fiumi impetuosi e ruscelli, rupi e foreste, determinano altrettante comunità faunistiche dove spesso emerge la presenza di specie di alto valore naturalistico. Sulle vette, sulle praterie di altitudine e sulle rupi montane sono frequenti l'Aquila reale (Aquila chrysaetos) e le sue prede d'elezione: la Coturnice (Alectoris graeca) e la Lepre appenninica (Lepus corsicanus). La presenza di queste due ultime specie è biologicamente importante in quanto rappresentano popolazioni autoctone appenniniche, oramai estinte in buona parte del territorio. L'aquila divide questo ambiente con altri rapaci come il Falco pellegrino (Falco peregrinus), il Lanario (Falco biarmicus), il Corvo imperiale (Corvus corax) ed il Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax). Tra i pascoli è facile osservare l'Arvicola del Savi (Microtus savii), un piccolo roditore erbivoro predato dalla Volpe (Vulpes vulpes), dalla Martora (Martes martes) o anche dal Lupo (Canis lupus) specie quest'ultima la cui popolazione sembra essere in leggera crescita. Tra gli stessi prati, regno di numerose specie di farfalle, vivono la Lucertola muraiola (Podarcis muralis) e la Luscengola (Chalcides chalcides) peculiare per la sua somiglianza ad un piccolo serpente ma dal quale differisce per la presenza di piccoli arti. Tra la ricca avifauna delle foreste di faggio le specie più tipiche sono il Picchio nero (Drycopus martius), il Picchio muratore (Sitta europaea) e il Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), mentre di grande interesse è la presenza dell'Astore (Accipiter gentilis) uccello rapace la cui distribuzione è in declino.

Flora Sugli alti alberi vivono anche mammiferi come il Ghiro (Myoxus glis) o Quercino (Eliomys quercinus), mentre altri piccoli roditori frequentano tane scavate tra le radici, come nel caso dell'Arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), o tra le piccole radure che si aprono nella foresta, come il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus) e il Topo dal collo giallo (Apodemus flavicolis). Questi piccoli roditori sono tra le prede preferite del Gatto selvatico (Felis silvestris), la cui presenza rappresenta un'altra emergenza naturalistica di grande interesse. Sulla corteccia degli alberi vive inoltre un raro insetto: il coleottero Rosalia alpina, specie di importanza europea.Molto ricca è anche la fauna dei corsi d'acqua dove senza dubbio domina la popolazione di lontre (Lutra lutra) forse più ricca d'Italia. Nelle aree più prossime alle sorgenti, dove l'acqua è più fredda, più costante ed i folti boschi ripariali forniscono abbondante ombra, vivono la rara Salamandra dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), endemismo italiano di grande interesse naturalistico, e la più comune Salamandra (Salamandra salamandra). Nei siti con acque più limpide e ricche di ossigeno abbondano la Trota(Salmo macrostigma) ed il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), lungo le sponde sono frequenti piccoli trampolieri limicoli come il Corriere piccolo (Charadrius dubius) mentre nelle piccole pozze la Rana italica, la Rana dalmatina, l'Ululone dal ventre giallo (Bombina pachypu) e il Rospo (Bufo bufo); tra le gole rocciose il raro Biancone (Circaetus gallicus) rapace di grandi dimensioni che si nutre prevalentemente dei rettili che frequentano il Parco. Tra questi ultimi la Lucertola campestre (Podarcis sicula), il Ramarro (Lacerta viridis), il Cervone (Elaphe quatuorlineata) il Biacco (Coluber viridiflavus), la Vipera (Vipera aspis) e la Natrice (Natrix natrix).
Nel parco sono state censite circa 1.800 specie vegetali, di cui una di interesse comunitario, la Primula di Palinuro, e 25 habitat. Essendo al centro del Mediterraneo, tra areali diversi per climi e temeperature, anche la presenza di certe specie altrove comuni è in questo caso degna di menzione. Nel Parco convivono infatti: Betulle, Abete bianco e Bosso.
Di particolare interesse è la vegetazione delle rupi costiere. Essa comprende tra l'altro il raro Giglio marino; a diretto contatto col mare vive l'endemica Statice salernitana, mentre sulle rupi vivono la Primula di Palinuro, il Garofano delle rupi, la Centaurea, l'Iberide florida, la Campanula napoletana.
La gariga ad ampelodesma è il popolamento più diffuso nella fascia costiera, fino a 700 metri di quota. Presenti Ginestra, Ginepro fenicio, Cisto di Montpellier, Ginestra del Cilento (specie di recente classificazione), con l'onnipresente Lentisco arbustivo e sparzio villoso. Sempre nella macchia, presenza di Corbezzolo arbustivo, Erica, Mirto, Terebinto, Cisto di Montpellier. Dove è sopravvissuta all'antropizzazione, anche foreste di quercia spinosa, Carrubo e Olivo selvatico, e qua e là, raramente, palme nane. Infine, si segnala il sito di interesse comunitario della pineta di S.Iconio, relitto di boschi certamente più estesi di Pino d'Aleppo (oggi di nuovo in espansione perché spesso usato nei rimboschimenti).
Nelle aree interne predominano i boschi di latifoglie decidue, leccete, Cerri, Roverelle, Aceri, il Platanus orientalis originario di Velia, Carpini Neri, Ornielli e Castagni. Al di sopra dei 1.000 m. in genere preceduto da una fascia di Ontano napoletano, domina incontrastato il Faggio, con il raro Crespino dell'Etna, e le Sassifraghe.
Il popolamento floristico del Parco è probabilmente costituito da circa 1800 specie diverse di piante autoctone spontanee. Tra di esse circa il 10% rivestono una notevole importanza fitogeografica essendo Endemiche e/o rare. La più nota di queste specie, e forse anche la più importante, è la Primula di Palinuro (Primula palinuri), simbolo del Parco, specie paleoendemica a diffusione estremamente localizzata. Nel territorio del Parco, per la sua posizione baricentrica nel Bacino del Mediterraneo, sono presenti entità tipicamente meridionali di ambienti aridi al loro limite superiore di espansione insieme a specie, a distribuzione prettamente settentrionale, che qui raggiungono il limite meridionale del loro areale analogamente a quelle ad areale tipicamente orientale od occidentale. Nel corso della dinamica evolutiva del territorio le piante hanno occupato tutte le nicchie ecologiche disponibili, comprese quelle via via create dall'Uomo, arricchendo il già ampio mosaico della biodiversità. Esse si sono, lentamente e gradualmente, evolute ed associate in comunità di piante altamente specializzate ed in equilibrio con l'Ambiente costituendo l'attuale paesaggio vegetale del Cilento.
Sulle spiagge, tra le comunità delle sabbie, è ancora presente il sempre più raro Giglio marino (Pancratium maritimum); sulle scogliere a diretto contatto con gli spruzzi del mare vivono fitocenosi ad alofite estremamente specializzate e dominate dalla endemica Statice salernitana (Limonium remotispiculum) mentre sulle frequenti falesie costiere gli aggruppamenti rupicoli mediterranei sono costellati di preziosi endemiti come la Primula di Palinuro, il Garofano delle rupi (Dianthus rupicola) la Centaurea (Centaurea cineraria), l'Iberide florida (Iberis semperflorens), la Campanula napoletana (Campanula fragilis), ed altre ancora che caratterizzano, con le loro fioriture, un paesaggio costiero di rara bellezza. Nella fascia mediterraneo-arida, regno della multiforme e policroma macchia mediterranea, qui arricchita, in due sole località costiere, dalla Ginestra del Cilento (Genista cilentina) specie individuata soltanto nel 1993, da Carrubo (Ceratonia siliqua), Ginepro rosso o fenicio (Juniperus phoenicea), lembi di leccete, boschetti a Pino d'Aleppo (Pinus halepensis). Nell'area costiera, in particolare, il tessuto dei boschi sempreverdi e della macchia mediterranea è permeato dagli uliveti, giardini quasi naturali che si confondono e si integrano nella calda natura delle coste cilentane. Alle quote superiori e nell'interno le Querce, a volte annose e solitarie a guardia degli antichi coltivi, ora in formazioni compatte insieme ad Aceri, Tigli, Olmi, Frassini e Castagni. E più su i maestosi Faggeti che coprono e proteggono i monti; qui, ove si percepiscono i profumi della montagna, sovente si incontra il raro Acero del Lobel (Acer lobelii). Ancora più in alto, nel regno denso di silenzio delle alte rupi e delle vette dei Monti Alburni, del Cervati, del Motola, del Bulgheria vivono il rarissimo Crespino dell'Etna (Berberis aetnensis) Sassifraghe endemiche dell'Appennino centro-meridionale (come Saxifraga paniculata subsp. stabiana, Saxifraga ampullacea e la rara Saxifraga porophylla), l'Aubrieta columnae subsp. columnae, le Centauree di montagna ed altre rare specie.Ma anche la presenza di alcune piante più comuni, diffuse anche altrove, conosciute da tutti, riveste qui notevole importanza fitogeografica come i piccoli boschetti spontanei di Betulla (Betula pendula), l'Abete bianco (Abies alba) ed il Bosso (Buxus sempervirens) ed Platanus orientalis autoctono dei dintorni di Velia.


TRADIZIONI

03:04, Posted by ADVENTUREstudio, No Comment

Prendendo in prestito dalla biologia il concetto di patrimonio genetico, si può dire che, nei paesi Cilentani, se la cultura ne avesse uno allignerebbe nelle antichissime tradizioni contadine. Addirittura importate da quei coloni Greci che raggiunsero questi lidi quasi 3000 anni fa. Esempi evidenti sono nelle numerose manifestazioni folcloristiche che si tramandano da secoli nei centri del Parco. È il caso di Casaletto Spartano, dove il 1º maggio gruppi di giovanotti questuanti, vanno di casa in casa a chiedere legumi di ogni tipo. Vengono cotti separatamente e poi la sera nella piazza del paese sono preparati tutti insieme (13 tipi diversi) in una grande caldaia e conditi con olio e sale. I paesani ne prendono una porzione come augurio di prosperità e abbondanza dei raccolti. Questo caratteristico piatto, con qualche variante, è consumato anche a Ispani,dove si chiama "cuccia", dal greco "kykeon", miscuglio, a Cicerale dove si chiama "cecciata", a Castel San Lorenzo, noto come "cicci maritati", a Pellare, Moio, Vallo della Lucania. Mentre a Castellabate i cicci si cuociono nel giorno dei morti. Un cibo rituale analogo era la pansperma, ottenuta dalla mescola di tutti i semi, presente nella Grecia arcaica: ne ha parlato nel Timeo il grande Platone a proposito dell'azione divina della semenza universale. Un altro esempio di ricchezza di tradizioni, questa volta religiose, sono i riti della settimana santa. Il Venerdì Santo nell' area del Monte Stella si svolgono le processioni delle "congreghe", lungo percorsi di sofferenza: "Visita ai sepolcri". Ogni paese ha la sua. Queste confraternite laiche escono dal proprio paese per andare a rendere omaggio alle chiese di quelli vicini, e solo dopo andranno nelle proprie. Indossano i classici sai e cappucci bianchi, con una mantella corta, e a coppia di due, guidati dal priore e al ritmo dei colpi di un lungo bastone, si inginocchiano davanti al sepolcro. Finita la cerimonia sono accolti dai paesani con dolci e vino. È una cultura antica quella del Cilento. È la cultura di gente che ha resistito ad assimilazioni, a continui attacchi di pirateria, a obblighi. Ha saputo mantenere, i suoi usi, le sue tradizioni. Passando indenne, o quasi, attraverso guerre, lotte intestine, drammi.La gente del Cilento è orgogliosa delle sue peculiarità. Delle sue feste, della sua letteratura, della sua musica, dei suoi costumi. Elementi specifici, originali, che non ritroverete in nessun'altra parte del mondo.Anche questa è la ricchezza di Acciaroli.

GEOGRAFIA

02:59, Posted by ADVENTUREstudio, No Comment

La zona è limitata a nord dalla catena dei monti Alburni e ad est dal Vallo di Diano. Se ne fa derivare il nome da cis Alentum ("al di qua dell'Alento"), quantunque il fiume non ne segni più il confine.
L'ipotesi di una nuova provincia
All'inizio degli anni novanta fu proposta la costituzione di una sesta provincia [1]. campana, quella del Cilento e del Vallo di Diano, che avrebbe compreso tutti i comuni della provincia di Salerno oltre i confini del fiume Sele, oltre i confini comunali di Eboli, Olevano sul Tusciano, Montecorvino Rovella ed Acerno. Piuttosto lontana dall'essere realizzata, la nuova provincia ebbe anche la questione della scelta di un capoluogo. Le 4 candidate erano Vallo della Lucania (in posizione centrale), Agropoli (la più popolata, situata a nord), Sala Consilina (il centro maggiore del Vallo di Diano) e Sapri (centro principale del Cilento meridionale e maggiore nodo ferroviario). In quel periodo vi furono vari convegni (anche televisivi, in ambito regionale) che vedevano promotori della nuova provincia a 4 teste i sindaci delle 4 cittadine sopra citate, ma poi l'iter rimase de facto lettera morta. Più recentemente è stata lanciata una proposta, anche in forma di provocazione, di muovere il Cilento dalla Campania alla Basilicata, per farne una terza provincia lucana [2], dopo Potenza e Matera. La geologia del parco è marcata dalla compresenza di due tipi di roccia predominanti: il "Flysch del Cilento", ricco di colori e stratificazioni, che si ritrova in corrispondenza del bacino idrogeografico dell'Alento e sulla costa nord, e il calcare, ricco di cavità carsiche, proprio dei complessi montuosi interni (Alburno-Cervati) e della parte meridionale del territorio interssato dal Parco.
Il profilo orografico è ovunque marcato, spesso aspro. Poche e povere in estensione sono le zone pianeggianti, per lo più in corrispondenza dei fiumi principali, l'Alento sulla costa e il Tanagro nel Vallo di Diano. Altri fiumi del Parco hanno carattere torrentizio e corso nervoso, come il Mingardo, il Bussento e lo stesso Calore, affluente nel Sele a Nord del Parco, che ne ospita solo il tormentato corso superiore (Gole del Calore). Le cime più importanti sono: Cervati (1898 m, Alburni (1742 m), Gelbison, detto Sacro Monte (1705 m), Motola (1700 m), Monte Centaurino (1433 m), Cocuzzo (1411 m), Bulgheria (1224 m). La costa è bassa dal Sele ad Agropoli, e poi sul litorale tra Casal Velino ed Ascea; altrove, è alta, spesso crivellata di grotte e insenature.
Il territorio vanta una realtà paesaggistica unica e notevole, sia per quanto riguarda l'area del litorale che la circostante area collinare.La regione, caratterizzata da lievi alture, si affaccia direttamente sul mare talvolta con lento degradare, altre con salti di quota, esibendo punti panoramici unici nel loro genere: ciò rende quest'area uno degli ambiti più singolari ed affascinanti dell'insieme naturalistico e paesaggistico del basso TirrenoL'immediato entroterra, che presenta ambiti di spiccate caratteristiche rurali, è interessato dalla residenza e dalle attività legate all'agricoltura. In questa sezione troverete informazioni sulle meraviglie naturali di Acciaroli e del suo entroterra.

PATRIMONIO MONDIALE DELL' UMANITA'

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Il filo della storia cilentana si dipana fino ai giorni nostri cucendo avvenimenti grandi e piccoli. Legando vicende romane (Cesare Ottaviano Augusto ne fece una provincia per allevare gli animali e coltivare alimenti destinati alle mense romane), a fatti medievali importanti (il Principato longobardo a Salerno, l'avvento dei monaci Basiliani e Benedettini, la nascita della Baronia con i Sanseverino, la loro rivolta a Capaccio nel 1242 contro Federico II), fino all'epopea del brigantinaggio e ai successivi "Moti Cilentani" del 1828, con l'insurrezione contro Francesco I di Borbone e i suoi ministri. Tracce, ricordi, monumenti, culture, sentieri legati a questa ricca storia oggi sono salvaguardati anche grazie al Parco Nazionale del Cilento. E grazie a quegli importanti riconoscimenti internazionali conseguiti di recente. Il primo è del giugno 1997, che ha visto l'inserimento del Cilento nella prestigiosa rete delle Riserve della biosfera del Mab-Unesco (dove Mab sta per "Man and biosphere"): su tutto il pianeta (in oltre 80 stati) si contano circa 350 di queste particolari aree protette, che servono per tutelare le biodiversità e promuovere lo sviluppo compatibile con la natura e la cultura. Così il Parco del Cilento oggi, oltre ai suoi preziosi habitat naturali, può a maggior diritto salvaguardare quegli scenari consacrati dalla storia dell'uomo e permeati dalle sue tradizioni: borghi e antichi sentieri, anche se a "macchia di leopardo" in un ambiente più ampio da difendere e da promuovere. Il parco, infatti, se giovane, è visto da molti come speranza e strumento dello sviluppo del Cilento. Secondo riconoscimento nel 1998 con il suo inserimento-insieme ai siti archeologici di Paestum e Velia- nella lista di patrimonio mondiale dell'umanità. Questa consacrazione rinforza il valore di questo "Paesaggio vivente", riconoscendone il ruolo delle civiltà che lo hanno frequentato e popolato nel corso dei millenni. "Come le specie naturali anche i popoli hanno trovato in questi luoghi i contatti, gli incroci e le fusioni, l'arricchimento del patrimonio genetico" si legge nella candidatura del Parco, "nel Cilento si realizza l'incontro tra mare e montagna, occidente e oriente, culture nordiche e africane".

CILENTO: UN PO' DI STORIA

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Il Cilento è una subregione montuosa della Campania che si protende come una penisola tra i golfi di Salerno e di Policastro, nella zona meridionale della regione.
Fino alla creazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Di Diano il territorio cilentano era individuato tra i paesi ai piedi del Monte della Stella (1131 mt) e altri delimitati est dal Fiume Alento. Per ragioni politico-economiche si è voluto estendere il Cilento a buona parte della provincia costiera e interna meridionale di Salerno. Anticamente il Cilento era parte della Lucania (insieme con il Vallo di Diano e il golfo di Policastro). Ne è rimasto segno nel dialetto, nelle tradizioni gastronomiche e nella toponomastica (Vallo della Lucania, Atena Lucana).

Storia
Mitologia
Il Cilento da millenni ha ispirato poeti e cantori. Molti dei miti greci e romani che sono alla base della nostra cultura occidentale, sono stati ambientati sulle sue coste. Basta qualche esempio, per rinfrescare i nostri ricordi scolastici. Il mito più famoso è quello dell'isola delle sirene, nell'Odissea. Quelle creature malefiche che, secondo Omero, irradiavano un canto che faceva impazzire i marinai di passaggio, portandoli a schiantarsi con le imbarcazioni sugli scogli. L'isoletta che ispirò il Cantore dell'antichità probabilmente è quella di fronte a Punta Licosa, a sud nei pressi di Castellabate. Di fronte al suo mare Ulisse si fece legare all' albero di maestra per ascoltare quell'ingannevole canto. Un altro mito importante è quello di Palinuro, il nocchiero di Enea. Durante il viaggio verso le coste del Lazio cadde in mare insieme al timone. Si aggrappò al relitto e per tre giorni ingaggiò una estenuante lotta contro le onde infuriate. Ma quando stava finalmente per mettersi in salvo sulla riva, fu barbaramente ucciso dagli abitanti di quei luoghi: da allora quel promontorio (dove sorge il paese di Palinuro) prese il nome di Capo Palinuro. Altro mito, è quello di Giasone e gli Argonauti che, una volta fuggiti dalla Colchide, per ingraziarsi la dea Era si fermarono presso il suo santuario alla foce del fiume Sele (l'attuale Santuario di Hera Argiva).
Dalla preistoria ai grandi filosofi greci

Velia
Lasciamo la leggenda e la forza dell'immaginario per la storia vera dell'uomo, che in questa terra ha trovato ospitalità da almeno mezzo milione di anni. Tracce della sua presenza sono evidenti dal Paleolitico medio al Neolitico, fino alle età dei metalli. I primi uomini vissero nelle grotte costiere del Cilento a Camerota, dove si sono scoperti i resti dell'omo camaerotensis. A Palinuro, dove si sono rinvenuti materiali dell'industria della pietra. Nelle grotte di Castelcivita, a San Giovanni a Piro e a San Marco di Castellabate, dove si sono ritrovati reperti paleolitici. A Capaccio e a Paestum, dove sono emersi corredi funerari di età neolitica della locale civiltà del Gaudo. La scoperta di manufatti e utensili provenienti dal vicino Tavoliere pugliese o dalle isole Lipari, inoltre, ci dicono che già allora il Cilento fu crocevia di scambi: percorsi di crinale nell'interno lo mettevano in contatto con le altre civiltà appenniniche (vie della transumanza e traffici, luoghi di culto e di mercato); mentre il mare lo avvicinava alle civiltà nuragiche, a quelle egee e mediterranee. Poi tra il VII e il VI secolo a.C. arrivarono i Greci. I Sibariti, discendenti degli Achei, fondarono Posidonia: divenuta in epoca romana Paestum. Nello stesso periodo per mano dei Focesi, provenienti dall'Asia Minore, sorse Elea (poi divenuta la Velia romana): il fiorente centro cilentano ospiterà la Scuola Eleatica di filosofia, l' artefice è Senofane nel VI secolo a.C., e quella medica da cui trasse origine l' importante Scuola Medica Salernitana, madre della moderna medicina occidentale. Mentre a Paestum si continuò a battere moneta, diritto tramandato dagli Achei (esperti in quest'arte), anche in epoca romana.

GRAZIE PAPA' ..

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Quando mio padre ha comprato la nostra casa ad Acciaroli, circa venti anni fa, ero un ragazzino pieno di sogni, entusiasmo ed aspettative. Ad Acciaroli ci eravamo stati solo una volta, ospiti di un caro amico, e subito ci innamorammo di quelle acque così calde e limpide che lasciavano trapelare quel fondale sabbioso dove i pescolini ti pizzicavano i piedi, a stretto contatto con la montagna che osservavi mentre ti bagnavi, di quella spiaggia tutta sabbia e tanto ben mantenuta, dell’ambiente confortevole e della cortesia, educazione e professionalità della gente che lì andava a villeggiare. Ad Acciaroli si sono consumati i miei primi amori e le mie avventure, i week end con gli amici ed anche in solitudine, perché nessun scenario è mai più bello, romantico ed affascinante di questa terra che al mattino ti risveglia con allegria, al tramonto ti accarezza con passione, alla sera ti inebria del suo fascino. Tra tavolate in giardino, “imboscate” nel parco, feste di paese, sagre ed escursioni, serate con gli amici in discoteca, si sono consumati i miei più bei ricordi ed oggi sono convinto che nessun padre abbia potuto regalare ai propri figli un regalo più bello. Ora che mio padre non c’è più, gli dedico questo blog con tutto il mio amore, lo stesso amore con cui lui ci ha voluto rendere felici .. regalandoci questa fantastica casa !
Questo blog è un invito a tutti a raccontare la propria esperienza ad Acciaroli.
Chiunque abbia trascorso una vacanza, un week-end indimenticabile o anche un solo giorno ad Acciaroli può lasciare liberamente il proprio commento ed inviare la propria foto all’indirizzo acciaroliblog@libero.it indicando nella e-mail il nome e cognome o il nick del commento corrispondente alla foto. Le foto più belle saranno pubblicate insieme ai commenti.